Dopo la chiacchierata col Signor Antonio Cocomazzi, Export Manager della ditta “Cocomazzi Lucia”, sulla situazione del mercato italiano, siamo tornati ad incontrarlo per conoscere le sue opinioni di esperto del settore, questa volta sulle prospettive del mercato europeo.
Domanda: Signor Cocomazzi, il mercato europeo è simile a quello italiano?
Risposta: Sicuramente la costituzione dell’Unione Europea ha permesso una notevole standardizzazione delle situazioni dei singoli Paesi ma, a mio avviso, il processo non è del tutto completo.
D.: In che senso?
R.: Nel senso che la legislazione europea ha fatto molto, ma spesso è un po' generica e non scende troppo nei particolari. Mi rendo conto che sono processi né semplici né rapidi, ma sarebbe auspicabile una maggior attenzione alle realtà dei singoli Paesi.
D.: Le conseguenze della pandemia prima e della guerra in Ucraina poi, hanno avuto in Europa gli stessi effetti che in Italia?
R.: Tutto sommato sì, con qualche distinguo. Il mercato nella sua totalità ha tenuto bene, rispetto ad altri settori. Quello che è cambiato in modo sensibile è l’atteggiamento nei confronti dei Paesi extra-europei. Soprattutto durante la pandemia i consumatori hanno preferito rivolgersi al mercato europeo, piuttosto che acquistare prodotti di provenienza extra-europea. Penso che questa tendenza sarà confermata anche nei prossimi anni. In tutta sincerità sono favorevole a questo trend.
D.: Lei è contrario all’apertura delle frontiere?
R.: Non ho detto questo. Piuttosto sono favorevole ad una maggior informazione al consumatore. Ci sono Paesi, per esempio, in cui sono permessi prodotti chimici e fitofarmaci che sono vietati, da anni, in Europa. Inoltre in molti Paesi extra-europei il costo della mano d’opera e i livelli di vita dei lavoratori sono molto diversi che in Europa. Tutto ciò comporta costi inferiori, e inferiori livelli di sicurezza del prodotto. Trovo ingiusto che questi prodotti si scontrino ad armi pari con i nostri. Il consumatore deve sapere cosa compra. Una volta che è correttamente informato, potrà fare la sua scelta consapevole. Prendiamo un esempio in un altro settore. Tutti sappiamo come viene prodotto il Parmigiano Reggiano, e sappiamo anche che nel mondo non si contano gli imitatori. Non sarebbe né logico né giusto far competere un “clone” con l’originale. Il consumatore deve sapere che quello è originale, quell’altro no, e poi fare la sua libera scelta.
D.: In definitiva come vede il futuro del mercato ortofrutticolo in Europa?
R.: Le aziende del settore sono in notevole difficoltà. L’aumento dei costi dell’energia e dei trasporti ha comportato un notevole disagio negli operatori. Rimango, però, ottimista: le aziende europee, e le italiane in particolare, hanno spesso dimostrato, in passato, una notevole adattabilità alle variazioni, anche repentine, delle condizioni del mercato. Succederà anche questa volta.
D.: Signor Cocomazzi, come al solito è stato molto chiaro ed esaustivo, la ringraziamo per la collaborazione e auguriamo a lei e all’azienda che rappresenta un 2023 denso di soddisfazioni.
R.: La ringrazio